
Nacque in una povera famiglia (originaria di Piedimonte d'Alife oggi Piedimonte Matese, un piccolo centro dell'alto casertano) in via SS. Giovanni e Paolo 7 nel quartiere napoletano di San Carlo all'Arena: il padre, Marcellino, era un operaio metalmeccanico e la madre, Anna Baldini, faceva la donna delle pulizie. La madre aveva avuto prima di lui 17 figli: tutti morti. Dopo di lui nacquero altri tre fratelli.
Dopo aver frequentato le scuole regolari, a dieci anni andò a lavorare col padre in fonderia ma sotto l'insistenza della madre si iscrisse a una scuola serale dove scoprì di essere portato per il disegno; iniziò così ad elaborare progetti di fontane per l'officina dove lavorava. Ma nel frattempo qualcosa stava crescendo in lui: la sua voce.
Dopo aver frequentato le scuole regolari, a dieci anni andò a lavorare col padre in fonderia ma sotto l'insistenza della madre si iscrisse a una scuola serale dove scoprì di essere portato per il disegno; iniziò così ad elaborare progetti di fontane per l'officina dove lavorava. Ma nel frattempo qualcosa stava crescendo in lui: la sua voce.
Nel 1888 sua madre morì di tubercolosi e poco tempo dopo il padre si risposò con Maria Castaldi. Ma oltre a cantare nel coro della chiesa, Enrico fece qualche apparizione in spettacoli teatrali; la sua voce nel frattempo si era irrobustita e le piccole rappresentazioni cominciarono a non bastargli più. La sua fortuna iniziò quando il baritono Eduardo Missino sentendolo cantare si entusiasmò a tal punto che lo presentò al maestro Guglielmo Vergine il quale accettò di dargli lezioni per fargli migliorare la voce ma pretese da lui il 25% dei suoi guadagni con un contratto che sarebbe durato cinque anni.
Nel 1894 Caruso venne chiamato alle armi, ma dopo solo un mese e mezzo, grazie alle leggi in vigore a quel tempo e ad un maggiore che era amante della musica, venne congedato e mandato a casa per permettergli di continuare a cantare e a studiare. Dopo le lezioni con il maestro Vergine, Caruso si sentiva ormai pronto all'esordio, ma alle prove per la Mignon di Ambroise Thomas non venne accettato. Esordirà il 16 novembre 1894 con una parte ne L'amico Francesco di Domenico Morelli percependo 80 lire per quattro rappresentazioni (poi ridotte a due a causa dello scarso afflusso di pubblico e nonostante una buona critica).
Nel 1894 Caruso venne chiamato alle armi, ma dopo solo un mese e mezzo, grazie alle leggi in vigore a quel tempo e ad un maggiore che era amante della musica, venne congedato e mandato a casa per permettergli di continuare a cantare e a studiare. Dopo le lezioni con il maestro Vergine, Caruso si sentiva ormai pronto all'esordio, ma alle prove per la Mignon di Ambroise Thomas non venne accettato. Esordirà il 16 novembre 1894 con una parte ne L'amico Francesco di Domenico Morelli percependo 80 lire per quattro rappresentazioni (poi ridotte a due a causa dello scarso afflusso di pubblico e nonostante una buona critica).
Iniziò così ad esibirsi nei teatri di Caserta, Napoli e Salerno e fece la sua prima esibizione all'estero al Cairo percependo la cifra di 600 lire per un mese di lavoro. Nel 1897, a Salerno, Caruso conobbe il direttore d'orchestra Vincenzo Lombardi che gli propose di effettuare con lui la stagione estiva a Livorno; qui Caruso conobbe il soprano Ada Giacchetti, sposata e madre di un bambino. Con lei avrà una relazione che durerà undici anni e da cui nasceranno due figli: Rodolfo ed Enrico junior. Ada lo lascerà per fuggire con il loro autista, con il quale cercherà anche di estorcergli denaro. Tutto finirà in tribunale con la dichiarazione di colpevolezza per la Giacchetti che verrà condannata a tre mesi di reclusione e a 100 lire di multa.
Senza dubbio dalla relativa capienza vocale straordinaria, ma anche dal relativo charisma, come l'interpretatore drammatico, dal relativo successo senza precedenti nella scatola grande di risonanza degli Stati Uniti e per essere primo dei tenori grandi che ha frequentato la nuova tecnologia phonographic, Caruso è diventato indubbiamente, nell'archetipo del tenore per il pubblico di maggioranza. A questo sarebbe necessario da aggiungere che era basso e grasso, stato nato nelle parti inferiori basse napolitani ed uno era diventato a se, che ha costituito e continua a costituire il cocktail favorito degli Americani del nord per fare i relativi eroi. Difettava di soltanto per aggiungere relativo tragico e morte improvvisa, quando non ancora aveva girato i cinquanta anni, di modo che gli ingredienti a quello completo della leggenda sono stati serviti.
Appena entro 21 anno ha fatto il debutto a relativa Napoli natale, nel protagonista di carta del amico Fritz di L, di Pietro Mascagni. Dopo la prevalenza in tutta l'Europa, è arrivato alla Camera di opera metropolitana di New York in 1910, incarnating il Dick Johnson di Fanciulla dell'ovest, Puccini e realizzato un successo ampio. Lo sviluppo di Caruso era notevole ma in parecchi sensi: ha cominciato ad essere un attore mediocre ma con una voce libera, potente e di fascinatora; un funzionamento nei cavi vocali ai noduli del extirpate a lui ha scurito la relativa voce, al tempo che ha sviluppato stupefacente il relativo talento di interpretativo. Ciò spiega l'ampiezza del relativo repertorio, quel amore, di Donizetti ha permesso che lui comprendesse i personages divertenti come il Nemorino di L a elisir d', che accade presto ad altri meno adatti per tenore chiaro come il Maurizio de Adriana Lecovreur, fino alla culminazione seria ed alle molto più interpretazioni di mescolatura gradisca quello del protagonista di juive, di Halévy e, pricipalmente, della loro interpretazione più famosa del Canio della I Pagliacci, di Leoncavallo, considerato nel relativo tempo definitivo ed insormontabile. Bronchiale improvviso di neumonía ucciso esso in pochi giorni, ai 48 anni e nel calore dell'apogeo della relativa fama, di modo che nessun pubblico ha ottenuto sentirlo decadere vocale.
Al momento della morte il tenore stava preparando il ruolo di Otello, dall'omonima opera di Giuseppe Verdi. Sebbene non riuscì a portarlo in scena registrò comunque due magnifiche selezioni dell'opera: l'aria "Ora e per sempre addio," e il duetto con Iago, "Sì, pel ciel marmoreo, giuro", insieme al grande baritono Titta Ruffo.
Caruso aveva nel repertorio circa 521 canzoni.
Caruso aveva nel repertorio circa 521 canzoni.
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